di Fabrizio Pes, tuo babbo ...
...continua...Oltre che passeggiare, a te è sempre piaciuto l'autotrasporto. Provavi piacere anche per una semplice tratta in pullman. E per questo stesso motivo non perdevi occasione di farmi compagnia nei miei spostamenti, riorganizzando volentieri i tuoi incastri con studio e quant'altro.
3) Tra gli spostamenti più recenti, ricordo ovviamente quelli verso lo stadio. Spostamenti diventati anch'essi di routine. La musica a palla in macchina, con canzoni scelte non a caso come rito propiziatorio, la angosciante ricerca di un parcheggio in quel quartiere con le vie coi nomi dei venti, la merenda prima della scarpinata, gli attraversamenti "abusivi" mano nella mano, la ricerca dei documenti nel caos crescente, la fila per l'identificazione, quella ai tornelli, la perquisizione, il salto in bagno ad espellere la birra in eccesso, l'ingresso di Pully sulle note della tua canzone preferita, poi quello dei calciatori, la formazione da riordinare, l'inno, le bombe carta, la partita, un vaffanculo agli avversari di turno e uno all'arbitro, e il ritorno, più silenzioso, dove la stanchezza prendeva spesso il sopravvento. (Questo è il viaggio tipo. Più avanti ci sarà spazio per diversificare tra singoli episodi più significativi).
4) Di recenti, ricordo anche un paio di movimenti che sono coincisi con lo stato fisico di tuo nonno. Circostanze non delle migliori, che sono riuscite a diventare comunque occasioni di complicità. Così ricordo che a gennaio 2024 hai viaggiato con me quando lui ha sostenuto una visita medica in centro a Cagliari, e poi, navigatore alla mano, mi hai indirizzato egregiamente verso un centro commerciale abbastanza distante. Non avevamo un cazzo da acquistare. Avevamo semplicemente voglia di trascorrere del tempo assieme. Sembrano quelle occasioni che nei film sono concesse ai genitori separati... invece per me rappresentavano la normalità. E di questo mi sono sempre beato.
Parentesi fuori tema - (Avevamo anche progettato il bis, per la visita post operatoria di nonno fissata al Brotzu il venerdì santo. Bis ancora in ballottaggio con una tua uscita al sushi, ma poi saltato, perché tu eri già li, su un lettino, intubata 😔)
5) Ma ricordo anche il viaggio di lunedì sera, in pieno dicembre, per il posticipo col Sassuolo, quello vinto al 96°. All'andata niente musica... dovevi ripetermi tutta la trattazione di neutroni e protoni per preparare l'interrogazione. Fatta con una dovizia di particolari tale, che oggi, a distanza di mesi, potrei prendere voto 9 pure io.
6) Ma c'è uno spostamento più particolare e significativo, abbastanza recente. Quello compiuto in treno, un sabato pomeriggio a ridosso dell'ultimo natale, con la famiglia al completo. Di quell'occasione ricordo l'angoscia per la vidimazione dei biglietti, tipica degli imbranati abituati a spostarsi con mezzo proprio... ricordo il viaggio vero e proprio, che non facevo dai tempi della scuola... ricordo lo sbalzo termico tra l'aria condizionata dei negozi e quella gelida in strada... ricordo le luci e le cianfrusaglie dei mercatini del Corso, l'invitante fragranza di pizzette e di fritture e l'irresistibile richiamo della tv di un bar che trasmetteva Verona - Cagliari... ricordo la lunga attesa fuori da una libreria, l'apericena con birretta e improbabili focacce farcite con una debordante ricotta fresca aromatizzata, finita per scagazzare tutto il tavolino, dove era poggiato anche il cellulare sintonizzato su Dazn per il secondo tempo della partita... e ricordo il rumore dei tamburi di elfi e babbi natale sovrapporsi al telecronista, a mezzo metro da noi, mentre il Cagliari buscava un gol. Una miscela esplosiva per i miei nervi, che caratterizzò una serata sicuramente poco rilassante, ma sicuramente diversa dal solito, comunque intrigante e appagante... una serata, soprattutto - mi garba tanto ostentarlo - proposta e organizzata da voi, poi promossa a pieni voti da te, che, da fanatica dell'atmosfera natalizia, avevi già dichiarato volessi diventasse una nuova consuetudine famigliare.
7) Non tutti gli spostamenti sono stati però piacevoli. Uno, in particolare, ha generato grande apprensione. E' il 👈 25 di novembre del 2023. Marika è invitata ad una festicciola di compleanno in un paese ad una quarantina di km da casa. E' un freddissimo sabato sera. Il programma prevede di accompagnarla e trattenerci per una pizza nei dintorni, per poi riprenderla a fine serata. Giunti a destinazione, Marika saluta e ringrazia col suo solito trasporto emotivo e scende dall'auto col sorriso. Noi ripartiamo alla ricerca del pertugio di uscita dal paese (un sottopasso in periferia). Lo facciamo a passo d'uomo, con l'aiuto del navigatore, sia per il buio che per la "non famigliarità" con le vie che stiamo percorrendo... quando in un tratto in cui la strada curva a gomito, sopraggiunge, in direzione contraria, a folle velocità una macchina scura. E' un attimo... il tempo di fare una virgoletta verso il muro, stringere il volante chiudendo gli occhi, udire le ruote fischiare e attendere il botto. E invece andò miracolosamente bene, ci scansammo il giusto... e ce la cavammo con uno spavento. Un grande spavento. Ma non è esagerato affermare che Marika, quella sera, ha davvero rischiato di restare orfana, e di perdere pezzi della sua famiglia... poi... poi il destino ha capovolto tutto, e sappiamo com'è andata a finire qualche mese dopo.8) Il capitolo "spostamenti" non poteva, inevitabilmente, che chiudersi ricordando, con mia grande difficolta, l'ultimo. Era quel fatidico 26 marzo, tra le 12:30 e le 13. Mi hai aspettato in bidelleria col febbrone, e ti ho dovuto sorreggere fino a farti sedere in macchina. Dopo aver scacciottato sul pavimento. Stavi male, ma nulla faceva presagire il peggio. E infatti è stato il solito "viaggio"... gradevole... con te che non chiudevi bocca. Il solito uragano. Un viaggio di chiacchiere quasi a senso unico, inarrestabili... dove la tua loquacità e il tuo piglio facevano a pugni col tuo malessere fisico. Mi relazionavi sui tuoi progetti, sia per l'imminente pasquetta, che per la prossima gita scolastica, della quale avevi giusto appena appreso la data. Fantasticavi sui posti in pullman, sul traghetto e sui posti letto, con consapevole noncuranza del fatto che per te non si trattasse di una meta inedita, e lo hai fatto con un entusiasmo che non poteva che trasmettermi buon umore e rassicurarmi sulle tue condizioni. Sei scesa dalla macchina e io sono rientrato al lavoro. Ci siamo salutati e dati appuntamento per la sera... mai avremmo potuto immaginare - ne io ne te - che quella appena finita sarebbe stata la nostra ultima conversazione 😭.
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Nulla da aggiungere... Solo tanto dolore, mancanza e tristezza infinita... Manchi tu, manchi tantissimo e manca tantissimo la nostra semplice e umile vita insieme! 😞💔
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