di Giorgia, l'amica di Cagliari ...
Cara Marika,
Sono passati diversi anni dal bel tempo passato insieme, ti ricordi? Questi anni così difficili che hanno stravolto tutte le abitudini, compresa la nostra del Rito che gelosamente portavamo avanti come promessa del rivedersi, dello stare insieme, del regalarci una giornata magica tutta per noi in cui mischiavamo le vite di paese con quelle di città, come ci piaceva tanto fare. Quattro anni che vi hanno viste crescere, diventare piccole donne e germogliare ad un punto tale da non avervi riconosciute quando siete entrate in libreria. Un tempo che oggi diventa infinito, un tempo da...
ripescare necessariamente dall'album dei ricordi impresso nel cuore.
Eppure eccoti lì, bambina, che con Manuela aspettavi d'estate e d'inverno il giorno in cui ci saremmo incontrate, quando anche zia Paola tornava da Bologna. Per me quei giorni sono stati sempre delle piccole isole felici durante l'anno. Avevo scritto una poesia sui gatti di paese di nonna Annita che vi era piaciuta così tanto che quasi mi canzonavate, facendomi osservare con naturalezza che tutto ciò che per me era straordinario era per voi l'assoluta normalità, ma avevate colto appieno l'importanza da dare alle piccole cose, la vostra sacrosanta genuinità.
Ricordo bene una delle prime volte che vi ho conosciute, quando eravamo andate nel bosco e mi avevate vista salire su un albero pensando forse che più che in città ero nata in una foresta, ma alla fine anche tu e Manuela avevate provato a salire, con zia Paola che sgranava gli occhi incredula di tanto coraggio che dimostravate. Era il vostro bosco delle fate e degli gnomi, e mi veniva da entrare in punta di piedi per non travolgere la magia che ai vostri occhi lo rendeva prezioso.
Poi quella volta che eravamo andate al mare a Pistis e io mi meravigliavo di tanta acquaticità, sembravate due pesciolini. Ci eravamo divertite un sacco quel giorno, tra tuffi, castelli di sabbia e il rientro in macchina tra voi due che un po' si cantava e un po' ci si faceva cullare dalla strada, stanchissime dopo una giornata piena. O quella volta nella vostra casa di campagna, dove in piscina facevate a gara a chi faceva più capriole e balletti improvvisati di nuoto sincronizzato, che quasi mi sembrava impossibile che avreste scelto di fare pallavolo visto tutto quel talento da esprimere sott'acqua.
Ci sono sguardi che non si possono dimenticare, occhi di una bimba vivace che con entusiasmo ha coraggio da vendere e prende per mano un adulto per insegnargli ciò che ancora non conosce o che semplicemente ha dimenticato. Avevi capito molto bene quanto mi piacessero i dettagli e tu, con precisione empatica, riuscivi a sorprendermi tutte le volte che ti ricordavi le sfumature di una frase che magari io pronunciavo di sfuggita e, a distanza di tempo, sapevi srotolare la tela che pazientemente avevi ci avevi ricamato su nel periodo che intercorreva tra un Rito e l'altro. La tua attenzione nei confronti delle persone a cui volevi bene si palesava sempre nei piccoli gesti d'amore che gli riservavi, e io non sono stata esente da tutto questo perché ho avuto il privilegio di poter ricevere tantissimo affetto così puro e incondizionato da farmi emozionare ogni volta che andavo via da Gonnos.
Non è facile scriverti ora, lo puoi capire. Forse è più facile aprire il cuore e lasciarti entrare tutte le volte che lo desideri, tutte le volte che sarà necessario ritrovare un piccolo rito in cui rifugiarsi, dei malloreddus da arrotolare, un gioco da inventare o una storia da scrivere a più mani. Piccola Marika, penso che sarà molto più importante per me tutto questo, quando ci saranno momenti di sconforto in cui mi sarà difficile avere fiducia nel futuro. In quei momenti mi basterà cercarti, ritrovando la tua energia nella gioia della semplicità, mai scontata, mai banale, sempre proiettata con altruismo verso il girotondo di felicità che intorno a te sapevi far danzare. Dovrò trovare un nuovo modo di imparare qualcosa, ma mi reputo fortunata per avere anche solo la possibilità di farlo potendo ricordare quanto tu, per me, sei stata.
Giorgia
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